Educazione Alimentare: la composizione del piatto

In armonia con il percorso professionale intrapreso molti anni fa in campo educativo, ho deciso di dare al mio lavoro di oggi sull’alimentazione un forte accento in questa direzione.

Andando oltre le pure ricette sane e sfiziose o veloci ed equilibrate e tralasciando invece da un lato i radicalismi e dall’altro i qualunquismi alimentari, ciò che realmente mi preme è fare dell’alimentazione una questione educativa.

Cosa intendo per educazione alimentare?

Nel mio lavoro ho sempre agito a partire da questa importante considerazione: “l’educazione non è l’insegnamento che forgia e foggia, di sapore ottocentesco: l’educazione trae dalla persona ciò che ha da sviluppare di autentico, di proprio” e il compito di trarre, aiutare, informare la persona, spetta proprio all’educatore.

Sia il lavoro educativo che svolgo con bambini, ragazzi e adulti in difficoltà in svariati ambiti della loro vita (scuola, lavoro, relazioni…), sia quando mi occupo di salute e alimentazione, facendo corsi e consulenze, il primo obiettivo consiste nell’instaurare una relazione di conoscenza e fiducia reciproca (unico presupposto perché ci sia e si possa far “educazione” in modo efficace), al contempo si realizza un percorso incentrato sulla prevenzione delle difficoltà in alcuni casi e in altri sull’aiutare le persone ad affrontare i propri disagi. Quando parliamo però di alimentazione, un’altra relazione fondamentale da stabilire, è tra la persona stessa e la sua storia, il suo corpo e il suo modo di nutrirsi. Io, educatrice, sono il mezzo di cui avvalersi per stabilire questa relazione.

L’educatore alla fine, ma anche al principio, rimane sempre un po’ nell’ombra, ed è giusto così: il soggetto principale deve rimanere sempre la relazione educativa. Per questo la mia intenzione oggi è di uscire dal coro di questo recente e modaiolo voyeurismo televisivo: siamo a livelli di vera bulimia di belle facce che ci propongono piatti su piatti che, tra l’altro, spesso sono esteticamente perfetti, troppo, per essere cucinati nelle nostre cucine casalinghe.

Di cibo oggi ne abbiamo fin sopra le orecchie. Spopola nelle trasmissioni in tv e dilaga in rete: chi è contro, chi è pro, chi non sa ma guarda, chi critica comunque, chi elogia indiscriminatamente.
Di cibo oggi ne abbiamo troppo e ne parliamo troppo ma quanto ne sappiamo? E nelle nostre cucine o sulle nostre tavole, invece che succede?

Non voglio dilungarmi con altre parole ma offrire un supporto semplice, pratico ed immediato -educativo- a chiunque ne sentisse la necessità. Eccomi dunque a proporre una piccola ma fondamentale idea pratica e di base per chi volesse dare il via un sano ed equilibrato modo di alimentarsi.

Oggi osserveremo in particolare di quali quantità e qualità di cibi dovrebbe essere composto un piatto equilibrato. Più avanti ci soffermeremo anche su altri importanti aspetti del “fare ordine” nel nostro stile alimentare.

Mangiare con ordine: la composizione del piatto.

Cosa significa mangiare con ordine?

  • Fare 2 o 3 pasti giorno (colazione, pranzo e cena), possibilmente agli stessi orari
  • Sedersi e mangiare con calma e tranquillità (dedicare ad ogni pasto almeno 20 minuti)
  • 50-60% del piatto deve essere composto da cereali integrali, il resto da verdure
  • Una piccola porzione di legumi andrebbe consumata almeno una volta al giorno
  • Consumare una porzione di zuppa almeno una volta al giorno prima di un pasto

Mangiare con ordine e regolarità è molto importante perché permette di utilizzare al massimo le potenzialità e i nutrimenti del cibo che mangiamo e come risultato ne avremo grandi benefici.

Ordine e regolarità nella assunzione del cibo aiuta a regolare l’appetito evitando di incorrere negli attacchi di fame improvvisa.

Creare ordine e regolarità nei pasti aiuta a fare ordine nella vita in generale. Anche la vita familiare, soprattutto dei bambini, trae grande profitto da questa pratica della regolarità: scandire il tempo dei pasti e della giornata con ordine infonde anche nei più piccoli un senso di sicurezza e tranquillità. Soprattutto in fase di svezzamento e per regolarizzare gli orari della nanna.

Già questi piccoli accorgimenti portano benefici alla digestione, nonché allo stato d’animo: prendersi del tempo per sè fa bene a corpo e mente.

Qui di seguito una rappresentazione visiva di come dovrebbe essere composto un piatto.

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