• Ragù di tempeh

    Ho conosciuto il tempeh con la cucina macrobiotica, anche se la sua origine è indonesiana, il suo utilizzo si è poi diffuso in tutto l’oriente.


    Personalmente, dopo averlo snobbato per del tempo -non chiedetemi il perché, non lo so!- ho iniziato a portarlo a tavola, tanto che ora è diventato un ingrediente presente una volta a settimana.


    Il tempeh è, come il tofu, un derivato dalla soia, ma a differenza di questo, i fagioli rimangono interi e vengono inoculati con le spore di un fungo, il Rhizopus oligosporus, e lasciati fermentare dalle 24 alle 36 ore ad un temperatura di 30 gradi circa, finché non si forma una muffa bianca commestibile che compatta il panetto (vedi foto).


    Essendo un prodotto fermentato, è ricco di vita e benefici per il nostro organismo, in primis l’alta digeribilità. Ma anche fibre, calcio, ferro, vitamine del gruppo B.
    Io lo uso quasi sempre per fare il ragù che è una vera bomba di bontà.


    In commercio ormai si trovano tempeh anche di altri legumi e sono davvero buoni, ma è possibile produrlo a casa, meglio sotto una guida esperta per le prime volte.


    Vi lascio la mia ricetta per il ragù e sono sicura diventerà un must anche per voi.


    RAGÙ DI TEMPEH (per 4/5 persone)

    1 panetto di tempeh da 80 gr circa

    1 carota piccola
    1 cipolla
    Passata di pomodoro a piacere Olio
    Sale marino integrale
    2 Chiodi di garofano
    Acqua


    Pulire carota, cipolla e tagliarli a pezzi grossolani. Inserire nel mixer, insieme al panetto tagliato in tocchi grossi, frullare fino ad ottenere un trito grossolano (o comunque a piacere, importante non diventi una pasta omogenea).
    Scaldare un paio di cucchiai di olio evo in pentola, aggiungere il trito, lasciare soffriggere un poco e poi aggiungere la passata e allungare con acqua.

    Una volta raggiunto il bollore, abbassare il fuoco fino a fare sobbollire, aggiungere due pizzichi di sale e i chiodi di garofano.


    Lasciare cuocere per almeno 20 minuti, aggiungendo ancora acqua, in caso il sugo si asciugasse troppo.

  • perchè mangio vegetale

    Buon anno!

    Voglio aprire il 2022 con una foto, una ricetta e una riflessione.

    Inizio raccontando che durante le vacanze natalizie, sono stata con la mia famiglia in Liguria per un paio di giorni e, tra le varie cose che abbiamo mangiato, c’era l’ottima torta salta con le erbette che si vede in foto. A casa la faccio spesso, anche perché  è comoda come cibo d’asporto a scuola e al lavoro. La ricetta la trovate in coda all’articolo.

    Devo dire che non ho mai grandi difficoltà nel reperire cibi vegetali -anche per pranzi al sacco- quando viaggiamo.

    Capita però, ancora, che io avverta persone attorno a me in qualche modo a disagio con le mie scelte alimentari e spesso mi viene chiesto quale radice abbia questa scelta.

    Ho deciso di condividere qui la risposta che solitamente fornisco a chi mi chiede, perché penso sia importante riflettere sulle molte e differenti motivazioni che spingono a compiere una scelta, come quella alimentare.

    Io scelgo di avere una alimentazione a base vegetale per una questione di benessere ad ampio spettro: il mio benessere psico-fisico e il benessere ambientale.

    Mangiare vegetale è una scelta notevolmente più sostenibile del mangiare cibo di origine animale.

    Cerco di porre attenzione anche alle quantità di cibo acquistato, cucinato e consumato: nell’era della globalizzazione in tanti abbiamo la fortuna di potere accedere ad ogni tipo di prodotto e spesso mangiamo più di quanto ci serva (guardiamo ad esempio alle numerose malattie causate dalla sovranutrizione). Anche questa è una scelta di benessere personale e ambientale, poiché il ciclo produttivo ha sempre un costo ambientale, più o meno elevato.

    Non è il mio caso ma, scegliere l’opzione vegetale, per alcuni significa rinunciare ad alcuni sapori piacevoli, anche se, la cucina vegetale, in quanto a gusto, sapori e possibilità, non ha nulla da invidiare a quella animale, anzi, l’alimentazione vegetale comporta sempre maggiori vantaggi, da parecchi punti di vista.

    Io poi, provo ad essere il più possibile equilibrata, evitando la rigidità mentale, a causa della quale, una scelta può trasformarsi in una prigione fatta di cibi concepiti come proibiti, eccezioni, sgarri e sensi di colpa. 

    Cerco di fare ogni giorno scelte consapevoli in base alla direzione che voglio seguire e provo sempre a ricordarmi che la consapevolezza è un cammino e che mettere un piede davanti all’altro con gli occhi bendati è pericoloso.

    P.s. Il mese di gennaio è, da qualche anno, dedicato al Veganuary (Vegan January, ovvero gennaio vegano), una iniziativa nata nel 2014, che ha come obiettivo quello di fare avvicinare sempre più persone all’alimentazione vegetale. 

    In rete, anche con #veganuary, si trovano tantissime ricette veg.

    TORTA SALATA ALLE ERBETTE

    Per la sfoglia:

    100 gr di esubero di pasta madre

    200 gr di farina integrale di grano (se non avete la pasta madre, fate 300 gr di farina integrale o tipo2)

    1 pz di sale marino integrale

    1 cucchiaino di olio evo

    Acqua qb

    Unire gli ingredienti fino a formare una palla soda e soffice (proprio come il sederino di un neonato!) da stendere con il mattarello e bucherellare il fondo con i rebbi di una forchetta.

    Per il ripieno:

    150 ml acqua uniti a 75 gr farina di ceci, ben amalgamati e messi a riposare per almeno due ore (si può anche preparare il giorno prima e lasciare in frigorifero a riposare)

    1 cipolla grande tagliata a mezzaluna

    erbette a volotà, lavate e tagliate a striscioline

    2-3 pomodorini essiccati tagliati a pezzetti

    1-2 cucchiai di olio evo

    2 pizzichi di sale marino integrale

    scaldare l’olio in una padella sufficientemente grande, rosolare la cipolla con un pizzico di sale e un goccio di acqua. Inserire qualche aroma a piacere e le erbette. Saltare per qualche minuto e fare freddare.

    Unire alle erbette la pastella e i pomodorini. Mescolare molto bene in modo da amalgamare gli ingredienti.

    Distribuire il ripieno sulla sfoglia, richiudere i bordi. Infornare a 180 gradi per 30/40 minuti (a seconda del forno).

  • zucca DELL’AMORE (RI)PIENO

    Al mercato ho trovato delle piccole zucche mantovane e le ho subito immaginate nel forno con dentro un buon ripieno!

    All’inizio pensavo ad un ripieno di altre verdure, poi, invece, rimirandole ben bene, ho deciso che sembravano delle piccole ciotole e mi sono detta: “facciamo che ognuno mangerà la sua porzione di cereali dalla propria zucca-ciotola!”.

    In realtà l’ho ribattezzata la zucca dell’amore (ri)pieno, perchè sono zucchette da doppia porzione: obbligatorio condividere il pasto!

    ZUCCA DELL’AMORE (RI)PIENO (dosi un po’ a caso, per due persone)

    1 zucca mantovana di piccole dimensioni

    2 porzioni di riso integrale precedentemente cotto per assorbimento

    2 manciate di piselli già cotti

    curry

    prezzemolo tritato

    salsa di soia

    olio evo

    Scaldare un cucchiaio di olio in pentola insieme ad una spolverata di curry, inserire il riso e poi i piselli, spadellare per qualche minuto.

    Aggiungere un po’ di salsa di soia e infine, il prezzemolo tritato. Spegnere.

    Lavare molto bene la zucca e tagliare una piccola calotta dalla sommità. Svuotarla dai semi.

    Preparare un’emulsione con 1 cucchiaio di olio e 1/2 di salsa di soia, spennellare l’interno della zucca e la calotta.

    Riempire la zucca con riso e piselli, riposizionare la calotta e infornare a 180° per 60 minuti circa.

  • La torta in padella

    Sempre sperimentando la cottura dei dolci lievitati senza forno, ecco la ricetta della torta in padella!

    Esperimento riuscito! Golosa e apprezzata da tutti, da rifare sicuramente! Notevole la crema per guarnire: a base di frutta essiccata, yogurt vegetale e cacao. Una goduria!

    Gli ingredienti sono praticamente i medesimi che uso per la cottura in forno. Io ho utilizzato ciò che avevo in casa, nulla vieta di sperimentare altri accostamenti e possibilità! Anzi, fatemi sapere!

    TORTA GOLOSISSIMA CACAO E MIRTILLI COTTA IN PADELLA

    100 gr farina integrale di farro

    60 gr farina di nocciole

    1 pz sale marino integrale

    1 punta di cucchiaino di bicarbonato + qualche goccia di succo di limone

    130 grammi di cremina dolce ottenuta frullando finemente mezza pera piccola con 4 albicocche secche e del succo di mela

    1 cucchiaio raso di cacao senza zucchero

    100 gr succo di mela

    2 cucchiai di yogurt di soia

    1 cucchiaio di olio evo

    una manciata di mirtilli tagliati a metà

    una manciata di mirtilli interi

    nocciole tagliate grossolanamente

    Ho unito gli ingredienti e amalgamato. Ho cosparso la padella con un velo di olio, inserito l’impasto e coperto mantenendo la cottura a fuoco basso.

    Ho cotto 15 minuti circa ogni lato (armatevi di coperchio liscio e abbastanza piatto, senza bordi, o di piatto per girare la torta a metà cottura).

    PER LA COPERTURA:

    3-4 prugne secche

    1 cucchiaio di cacao amaro

    1 cucchiaio di yogurt di soia

    succo di mela qb

    Ho frullato e ricoperto la torta, poi ho cosparso con i mirtilli e le nocciole tritate.

  • muffin al vapore

    Ebbene, devo ammetterlo, sono i miei primi muffii cotti al vapore!

    La cottura al vapore offre alcuni vantaggi (che andrò a scrivere qui sotto, a breve) rispetto alla cottura al forno e mi sono sempre ripromessa di provare, ma il forno è sempre stato la star di casa e mi sono dovuta ritrovare costretta senza altre alternative, per provare il vapore.

    Devo dire che dato l’ottimo risultato, mi ci dedicherò molto più spesso, a maggior ragione perchè, come vedremo, è uno stile di cottura più “leggero” dal punto di vista energetico, tipicamente macrobiotico.

    Infatti la cottura al forno è una tipologia di preparazione dei cibi molto forte, che crea maggiore contrazione al nostro organismo e in particolare ne possono risentire alcuni organi specifici, tra cui il fegato.

    In più, la cottura a vapore ci consente di economizzare le risorse, sfruttando il calore di altre cotture (non troppo odorose magari, come cereali o legumi): basta porre il cestello del vapore sopra alla pentola dove sta cuocendo altro, chiudere il coperchio ed il gioco è fatto.

    Sapore e consistenza sono davvero i medesimi, anzi, trovo che la cottura a vapore mantenga un più alto livello di sofficità!

    Se volete provare altre ricette al vapore, la mia guru è Silvia di UMESAPIENS, che prepara anche il pane a vapore! Prima o poi lo farò anche io, prometto!

    MUFFIN ALLE CAROTE COTTI AL VAPORE (ingredienti per 4 muffin)

    120 gr farina integrale di farro

    1 carota grattuggiata

    Cremina dolce ottenuta frullando mezza pera piccola, 3 albicocche secche, un po’ di succo di mela

    1punta di cucchiaino di bicarbonato e qualche goccia di succo di limone (va bene 1 cucchiaino di lievito per dolci naturale)

    50 gr latte di soia al naturale

    50 gr succo di mela

    20 gr olio evo

    1 pizzico di sale

    Unire gli ingredienti secchi, poi quelli liquidi e quindi amalgamare bene il tutto.

    La quantità di liquidi necessari potrebbe variare a seconda delle farine usate, importante è non produrre un composto troppo liquido, altrimenti i tempi di cottura si allungano. La consistenza giusta è quella cremosa.

    Nel frattempo avremo già preparato la pentola per la cottura e acceso sotto il fuoco.

    Riempire gli stampini e posizionarli nel cestello, chiudere il coperchio e cuocere per 25/30 minuti, senza mai sollevare il coperchio.

    Una volta terminata la cottura, nessun problema se i muffin sembrano molli e umidi: è normale, raffreddandosi si asciugheranno e risulteranno perfettamente cotti!

  • pancakes ai mirtilli

    Sono in vacanza in montagna e di solito approfitto del fresco per accendere il forno e fare delle crostate con la frutta estiva fresca che personalmente mi piace parecchio. Quest’anno però nella casa che affitto tutte le estati, il forno non c’è più.

    Essendo la nostra una famiglia di golosi e non amando io i dolci al cucchiaio (ma farò anche quelli), sto sperimentando alternative. Questa mattina ho iniziato con un classico senza forno: i pancakes ai mirtilli, ma ho in serbo altre idee rivoluzionarie! 😀

    Ultima chicca, nella ristrutturazione generale della cucina, i fuochi tradizionali sono stati sostituiti con due piastre ad induzione…io odio cucinare sulle piastre, soprattutto ad induzione! Ma allenarsi al cambiamento fa sempre bene!

    Tra l’altro, mi sono accorta di non avere mai scritto sul blog la ricetta dei pancakes, anche se è una di quelle preparazioni per le quali si va spesso ad occhio.

    PANCAKES AI MIRTILLI

    100 gr farina integrale di farro

    Punta di cucchiaino di bicarbonato

    1 cucchiaio di semi misti

    1 cucchiaio di olio evo

    1 pz sale

    1/2 cucchiaino di succo limone

    1 albicocca secca frullata con mezza pera piccola e un po’ di succo di mela

    2 manciatine di mirtilli tagliati a metà

    Succo di mela qb a raggiungere la giusta consistenza (cremoso-liquida)

    Ho mescolato tutto insieme e cotto una cucchiaiata di impasto su pentola antiaderente per un paio di minuti per lato.

    Ho condito con una salsina fatta frullando 1/2 pera, mirtilli, un cucchiaino di cacao amaro, 2 prugne essiccate e del succo di mela. Una goduria!

  • cookies

    Era tempo che volevo cimentarmi con la ricetta dei cookies, ovviamente in versione naturale.

    Di questi biscotti ho sempre apprezzato la morbidezza interna e la croccantezza esterna, ma per me con tutto quel burro, zucchero e uova, risultano davvero pesanti.

    Allora ho pensato di mettere a punto una ricetta che possa conservare le caratteristiche che mi piacciono di questi famosissimi biscottoni, ma con tutta la leggerezza e la bontà di ingredienti vegetali, integri e non raffinati.

    COOKIES

    350 gr farina integrale di grano tenero

    250 gr farina di grano duro

    150 gr farina integrale di mais fioretto

    180 gr olio extra vergine di oliva (delicato)

    200 gr di malto di riso (o di crema dolce ottenuta frullando 8-10 albicocche o prugne secche, mezza pera o mela, succo di mela qb per frullare e ottenere la consistenza cremosa)

    1 busta di lievito naturale (in alternativa 2 cucchiaini rasi di bicarbonato e 2 cucchiaini scarsi di succo di limone)

    150 gr di cioccolato fondente al 100% tagliato a pezzi piccoli

    Unire gli ingredienti, mescolare e impastare con le mani, fino ad ottenere un panetto sodo.

    Se possibile riporre una o due ore in frigorifero.

    Dare la forma e infornare a 180 gradi per 12-15 minuti.

    Quando sfornate i biscotti, paiono ancora morbidi al tocco: no panic! Si induriranno raffreddando.

  • Bibliografia di alimentazione naturale

    Oggi vi parlo di libri.

    Esistono davvero tantissimi testi a tema alimentazione, in primis i ricettari; direi che è un vero e proprio genere. 

    Stile alimentare macrobiotico e cucina naturale, rimangono ancora argomenti abbastanza di “nicchia” ma per fortuna sempre meno e dato che spesso mi viene chiesto, oggi mi dedico a qualche consiglio per chi volesse approfondire.

    *

    “Il cibo dell’uomo – La via della salute tra conoscenza scientifica e antiche saggezze” 

    F. Berrino, Ed. Franco Angeli

    In questo testo il dott. Berrino ha raccolto appunti e articoli scritti negli anni, in cui cerca di fornire una guida per chi si interroga su quale possa essere l’alimentazione migliore per sé e per la propria famiglia, a chi soffre di disturbi più o meno importanti, mettendo sempre in relazione il cibo e i suoi effetti sul nostro corpo e più in generale, sulla nostra vita.

    È un testo assolutamente fruibile da tutti.

    *

    “Il cibo della gratitudine – Guida alla Cucina Macromediterranea” 

    Simonetta Barcella, Titti Gemmellaro, Elvira Lotti Matteotti, Silvia Petruzzelli, Rita Possemato con il contributo di F. Berrino

    Ed. Terra Nuova edizioni

    Questo testo è un vademecum sui principi fondamentali dell’alimentazione macromediterranea. 

    Una introduzione di spiegazione alla macromediterranea, una ampia analisi dei vari alimenti da avere in dispensa, i pasti, metodi di cottura e conservazione, nonché delle ottime ricette.

    *

    “Il nuovo libro della macrobiotica – Dieta , alimentazione e salute secondo la macrobiotica”

    Michio Kushi

    Ed. Mediterranee

    Questo è un testo che tutti gli studiosi di macrobiotica hanno in libreria. Si tratta di un libro scritto dal maggiore divulgatore dello stile alimentare macrobiotico in occidente, in cui vengono presentati i principi fondanti dello stesso.

    Libro consigliato per chi ha già un po’ di dimestichezza con l’argomento.

    *

    “Nutrizione preventiva – Come scegliere l’alimentazione corretta per prevenire la maggior parte delle malattie”

    L. Pennisi

    Ed. Tecniche Nuove

    Luca Pennisi è un divulgatore scientifico naturopata che si occupa anche di alimentazione.

    Questo testo illustra i maggiori ambiti e le basi per una corretta nutrizione preventiva, nonché il rapporto tra alimentazione e alcune malattie.

    Il libro può essere letto sia dagli addetti ai lavori che da chiunque sia interessato alla propria salute a tavola.

    Ciò che mi piace maggiormente di questo testo è la semplicità di comprensione, nonostante le tematiche a volte più tecnico-scientifiche, e i numerosi riferimenti a studi e alla bibliografia.

    *

     I libri di ricette e indicazioni alimentari di Federica Gif e di Dealma Franceschetti. La prima si occupa di alimentazione salutare in generale, Dealma invece si occupa più nello specifico di alimentazione macrobiotica.

    *

    Per quanto riguarda i libri a tema cibo e alimentazione per bambini e ragazzi, scriverò al più presto un articolo totalmente dedicato.

  • biscotti di natale

    Quest’anno abbiamo pensato che sarebbe molto bello regalare per il giorno di Natale dei biscotti fatti da noi, recuperando vasetti di vetro e altro materiale da riciclo per le confezioni. Sarà un Natale “zero waste”!

    Mia figlia Nina ed io ci siamo messe subito all’opera e abbiamo prodotto questa prima sfornata di biscotti natalizi, che sono piaciuti a tutti! Come al solito sono senza zucchero, con farine integrali e tanto buoni!

    In accordo con il nostro motto “niente sprechi”, abbiamo usato ciò che avevamo in casa, farine e fiocchi da terminare e per dolcificare, la frutta di stagione: dei cachi maturissimi, una pera fresca appena consegnata dal contadino e frutta essiccata.

    BISCOTTI DI NATALE “ZERO WASTE”

    (dosi per due tre teglie)

    600 gr farina integrale di farro

    30 gr fiocchi integrali di farro

    18 gr di lievito naturale per dolci

    1 pz di sale marino integrale

    cioccolato fondente tagliato in piccoli pezzi qb

    buccia di 1 limone grattuggiata

    160 gr olio evo delicato

    Cremina dolce ottenuta frullando 2 cachi maturi, mezza pera, una manciata di uvette, 5 albicocche essiccate

    Unire tutti gli ingredienti secchi, mescolare. Aggiungere poi gli ingredienti liquidi, mescolare e impastare, fino ad ottenere un impasto sodo.

    Lasciare riposare l’impasto almeno un ora in frigorifero (può essere preparato anche il giorno prima).

    Stendere il panetto fino a raggiungere lo spessore di mezzo cm circa e, utilizzando forcine a piacere, ricavare i biscotti da poggiare sulla placca da forno.

    Infornare a 180 gradi per 10/12 minuti circa.

  • mindful eating

    Quante volte mangiamo senza avere realmente fame ma solo perché è l’ora della pausa oppure arriviamo al momento del pasto affamatissimi e, aprendo la dispensa, trangugiamo le prime cose che troviamo, senza troppo fermarci a pensare!

    Altre volte invece mangiamo seguendo -più o meno consapevolmente- alcune regole, idee e giudizi (a volte pre-giudizi) che ci siamo fatti sul cibo e che hanno larga influenza sul nostro modo di alimentarci per tutto l’arco della nostra vita. Spesso queste credenze si sono create in seno alla famiglia di provenienza.

    Quando trangugiamo il cibo senza pensare, assaporare, restare in contatto con il nostro sentire, spesso non avvertiamo i segnali di sazietà che ci manda il nostro corpo e mangiamo molto più di ciò che realmente ci serve. 

    In questi casi si può parlare di vera e propria alimentazione inconsapevole e oggi è un approccio al nutrimento molto diffuso.

    Le motivazioni che ci celano dietro questo modo di alimentarsi, sono svariate: 

    • noia o tristezza
    • stati di agitazione
    • insoddisfazione…

    ma potrei andare avanti ancora.

    Spesso dunque mangiamo non per nutrire il nostro corpo, ma per consolarci dal punto di vista emotivo o per passare il tempo. 

    Questo spesso comporta un rapporto negativo con l’idea che abbiamo del nostro corpo e una visione distorta del principio del nutrimento.

    I ritmi e lo stile di vita frenetici dentro i quali siamo oggi risucchiati, non facilitano il rimanere connessi con il nostro sentire: la vita sedentaria, la facilità di accesso a cibi al alto impatto calorico e glicemico, con molti ingredienti raffinati, la frenesia con la quale dobbiamo convivere sotto ogni aspetto delle nostre vite, l’ansia della performance… 

    Le pratiche di alimentazione consapevole, MINDFUL EATING, sono in grado di offrirci una  valida alternativa per disattivare questa modalità di approccio al cibo.

    Mangiare con consapevolezza ci permette di riscoprire la cura e l’attenzione per noi stessi, ci consente di esperire il momento del pasto in maniera del tutto diversa, di sentire realmente il sapore di ciò che mangiamo e di essere pienamente soddisfatti, di avvertire il senso di sazietà e soprattutto ci rende possibile rimanere in contatto con il nostro sentire, comprendendo da dove si origina il nostro senso di fame.

    L’accettazione è uno dei fondamenti principali della mindfulness e anche per quanto riguarda il mindful eating, è un principio attraverso il quale si impara ad accettare il nostro corpo per come è, nel momento presente. Solo accettandoci possiamo amarci e amare il nostro corpo significa stabilire una relazione positiva che ci permetterà di innescare un circolo virtuoso in grado di stimolarci a fare il meglio per noi stessi, quindi a mangiare in maniera consapevole con ricadute positive sulla gestione del peso, dell’autostima e del rapporto con il cibo e con la nostra persona in generale.

    Come fare dunque per iniziare ad alimentarsi in modo più consapevole?

    Innanzitutto bisogna dire che avere a che fare con il cibo, offre molte occasioni di attenta osservazione: un alimento prima di arrivare sulla nostra tavola, viene acquistato, lavato, tenuto in mano, tagliato, preparato, cucinato…

    Vediamo come muovere i primi passi:

    • innanzitutto possiamo iniziare ad organizzarci provando a programmare un menù settimanale di base. Mettendo nero su bianco abbiamo la possibilità di riflettere sulle nostre abitudini alimentari.
    • Il secondo passo può essere la spesa consapevole in base al nostro menù. Prendersi del tempo per leggere le etichette degli alimenti che acquistiamo abitualmente è una ottima abitudine per verificare ciò che realmente mettiamo in tavola ed eventualmente è una buona occasione per cercare delle alternative, magari affidandosi a qualche professionista che ci possa meglio indirizzare.
    • Mentre prepariamo il pasto, soffermiamoci con grande concentrazione a toccare le superfici, a saggiare le consistenze, annusare odori, guardare i colori.
    • Una volta a tavola, prima di mangiare, osserviamo ciò che abbiamo nel piatto, recuperiamo il contatto con noi stessi e il nostro corpo, cerchiamo di capire dove ha origine la nostra fame. Desideriamo cogliere questo cibo e in quale misura? Che pensieri ci suscita sederci a tavola davanti al cibo?
    • Osserviamo il cibo nel piatto: da dove viene? Ha preso sole, pioggia, vento? Che strada a fatto per arrivare fino a noi?
    • Iniziamo a mangiare, prestando attenzione al gusto e alla consistenza del cibo in bocca.   Prestiamo attenzione ai messaggi di corpo e mente, soprattutto al senso di sazietà.
    • In ultimo è importante prestare attenzione alle sensazioni fisiche e mentali nelle ore che seguono il pasto. Come ci sentiamo? Questa operazione è interessante per riflettere sul nostro modo di alimentarci.

    Certo è necessario fare pratica e nel tempo sarà possibile leggere molto meglio le sensazioni e a rimanere in contatto con il corpo.

    Un approccio mindful al cibo, guidato da un professionista, è sicuramente la modalità migliore per imparare ad alimentarsi in maniera consapevole, ma già seguendo questi principi si può giungere ad una maggiore chiarezza e contatto con se stessi.

    Respirate e provate.

  • La Formaggella di Soia

    La formaggella di soia è, fra tutte, probabilmente la ricetta a maggiore resa con minore fatica! 

    Davvero semplice e in poche mosse abbiamo finto, basta solo avere la pazienza di aspettare qualche giorno!

    Devo ammettere che a me lo yogurt di soia non piace per nulla ma la formaggella, con la fermentazione, acquista un sapore davvero interessante e a me piace molto.

    È una preparazione molto fresca e ci si può sbizzarrire aggiungendo aromi e altri ingredienti  per insaporire a piacere. Volendo possiamo anche diminuire il sale e farne una versione da usare nei dolci.

    Ma corriamo alla ricetta!

    FORMAGGELLA DI SOIA

    500 gr di yogurt di soia al naturale (senza zucchero o altre aggiunte)

    Succo di mezzo limone

    1 pz di sale marino integrale

    Aromi a piacere

    Colino

    Ciotola 

    Garza o panno di cotone leggero (attenzione a che non abbiano residui di detersivi o odorino di ammorbidenti. Io li faccio sempre bollire in acqua con bicarbonato o aceto).

    Mescolare lo yogurt con gli altri ingredienti ancora nel barattolo.

    Appoggiare il colino sopra alla ciotola e la garza o il panno aperto, sopra al colino. 

    Versare lo yogurt dentro la garza, chiuderne i lembi e mettere in frigorifero per uno o due giorni. A volte arrivo a tre, ma difficilmente resisto!

    Fare attenzione a che il composto non entri in contatto con il liquido di colatura.

    Un volta passato il tempo necessario, travasare il composto ottenuto in un recipiente e aggiungere aromi a piacimento (erba cipollina, menta, timo, aglio, pomodorini essiccati, frutta…).

    Se non si consuma subito, riporre e conservare in frigorifero.

  • Pane Integrale con Pasta Madre

    Il pane fatto con la pasta madre ha tutto un altro sapore rispetto a quello fatto con il lievito di birra, per non parlare poi del profumo!

    E poi, diciamolo, che fare il pane da sé, da una grande soddisfazione! Anche se è una ricetta che consta per la maggior parte di due semplici ingredienti come acqua e farina, è sempre meraviglioso ed emozionante vederlo lievitare, aspettare che esca dal fono e attendere si intiepidisca per poterlo assaggiare.

    Non so voi, ma io sono sempre in trepidante attesa di verificare come è venuto. Perché non ho mai fatto un pane uguale all’altro, anche usando la stessa ricetta. Tante sono le variabili che possono modificare il gusto e la consistenza, a cominciare proprio dalla pasta madre, passando per il meteo e finendo con l’umore!

    Ogni volta è sempre la stessa emozione! E dal momento che in questo periodo abbiamo tutti bisogno di sentimenti positivi, ecco che fare il pane si trasforma in un atto terapeutico in grado di liberare la mente per un po’ dai rimuginii meno favorevoli.

    Ecco come l’ho fatto!

    PANE INTEGRALE CON PASTA MADRE

    100 gr di pasta madre rinfrescata

    250 gr farina integrale di farro

    250 gr farina di grano tipo 2

    1/2 cucchiaino di sale

    acqua qb

    Ho rinfrescato la pasta madre alle 16 e l’ho lasciata fuori dal frigo fino alle 20.

    Ho sciolto la pasta madre in un po’ di acqua, poi ho unito le farine e il sale.

    Ho impastato finché il panetto non è diventato omogeneo, morbido ed elastico.

    Ho cosparso la superficie con un goccio di olio, per evitare che si formi la crosta, ho coperto con una pellicola e lasciato fuori frigo ancora 1 ora circa.

    Poi messo in frigo fino al mattino dopo.

    Ho tolto l’impasto dal frigo verso le 8 di mattina, l’ho lasciato a temperatura ambiente ancora fino alle 10,30 circa, ho impastato molto delicatamente dando la forma al mio pane (io ho fatto un filoncino da riporre nello stampo da plum-cake), l’ho messo nello stampo, ho cosparso la superficie con la farina e ho fatto dei tagli decorativi (devo ancora affinare la tecnica!).

    Ho lasciato lievitare fino alle 16.30 e ho infornat0 a 200° per 50 minuti.

    Il pane è pronto quando, bussando sulla fondo, si sente un rumore sordo di “vuoto”.

    Una volta terminata la cottura, ho lasciato raffreddare per qualche ora.

    Ecco una foto della sezione del pane!

    pane fetta

  • La Torta Paesana

    A fine mese collaborerò alla realizzazione di un evento, affiancando uno chef per la realizzazione di un  menù di sua creazione.

    Quando ci siamo sentiti al telefono, mi ha lanciato la sfida: perché non provi a rivisitare in chiave macrobiotica il dessert? Non me lo sono fatta ripetere due volte…ed è così che è arrivata la mia ricetta della torta paesana senza uova, zucchero, latticini e farine raffinate, proprio come si faceva una volta, per non buttare il pane vecchio e indurito.

    Non amo particolarmente questo tipo di torta ma l’ho fatto assaggiare allo chef e al “grande capo” a cui è piaciuta molto, e, dal momento che è stato promosso a pieni voti, posso regalare la ricetta anche a voi!

    TORTA PAESANA (per una tortiera del diametro di 17/18 cm circa)

    150 gr di pane integrale raffermo

    500 ml di bevanda di mandorle

    100 gr di mandorle tritate in farina

    una manciata di uvetta

    una manciata di pinoli

    2 cucchiai di cacao amaro

    40 grammi olio evo delicato

    buccia di mezza arancia e mezzo limone

    1 anice stellato

    crema dolcificante (succo mezza arancia, un goccio di succo di mela, 2-3 albicocche essiccate, 3-4 cubetti di mela o pera, frullare tutto insieme)

    mezza bustina di lievito naturale

    Mettere il pane in ammollo con la bevanda vegetale e l’anice stellato, almeno un oretta, fino anche a tutta la notte. Rimestare ogni tanto.

    Togliere l’anice e schiacciare il composto con i rebbi della forchetta, aggiungere gli altri ingredienti, avendo cura di conservare qualche pinolo da usare come guarnizione sulla superficie.

    Riempire una tortiera precedentemente foderata con carta forno.

    Infornare a forno già caldo e in modalità ventilata a 180 gradi per 50-60 minuti. Potrebbe volerci anche di meno o di più a seconda del forno e dell’umidità del composto ma anche della giornata. Fate sempre la prova con lo stecchino!

     

     

  • Muffin Carote e Arancia

    Una merenda semplice, leggera, buona e gustosa!

    In tanti mi avete chiesto la ricetta, soprattutto per le colazioni dei vostri bimbi che prediligono sapori semplici. E poi, in effetti, anche solo la forma di questi mini tortini è accattivante!

    Come sempre i miei dolci sono senza derivati animali, senza zucchero e prodotti raffinati, solo il dolce naturale della frutta e tanta semplicità.

    Volendo una cottura più leggera, si può optare per quella a vapore per 30 minuti.

    MUFFIN CAROTE E ARANCE

    250 gr farina integrale di farro
    1 carota grande
    1 bustina di lievito naturale 
    1 pz sale marino integrale
    Succo di 1/2 arancia + buccia
    45 ml olio evo + 1 cucchiaino di crema di nocciole

    cremina dolce composta da: 4 albicocche essiccate, metà pera o mela piccole, un dito di succo di mela trasparente, frullare il tutto
    Succo di mela qb

    Unire gli ingredienti secchi e poi quelli liquidi tranne il succo di mela. Mescolare e unire il succo di mela fino ad ottenere un impasto bello cremoso ma non proprio liquido.
    Infornare a 200° per 10 minuti, poi abbassare a 180 per 15 minuti circa. Fare sempre la prova dello stecchino, deve uscire asciutto.

  • Strudel di Mele

     

    Qualche giorno fa ho fatto questo dolce che a tanti ricorda il natale. Come promesso, vi regalo la ricetta. In giro si trovano molte varianti, ma la base è sempre la stessa: le mele.

    Importante, secondo me, che non manchino la frutta, la cannella e il limone: sono gli ingredienti che rendono lo strudel super profumato.

    Altro ingrediente che a mio avviso non deve mancare sono i semi oleosi (che siano nocciole, pinoli, mandorle o noci), perché danno quel tocco di croccantezza che rende super la scioglievolezza tipica dello strudel.

    La prossima volta proverò una variante con le pere…e magari qualche goccia di cioccolato! Giusto perché è natale!! 🙂

    Ingredienti:

    3 mele

    2 manciate di uvette

    2 manciate di nocciole tritate grossolanamente

    scorza di un limone

    1 cucchiaino di amido di mais o kuzu

    acqua qb

    1 cachi maturo frullato con poco succo di mela o acqua

    1 pz cannella

    1 pz di sale marino integrale

    Unire tutto in casseruola tranne l’amido. 

    Cuocere a fuoco lento per 20 minuti. 

    Sciogliere l’amido in un goccio di acqua e unire alle mele. 

    Continuare la cottura per 2 minuti. 

    Spegnere e freddare.

    Per l’impasto:

    100 gr esubero pasta madre + 300 gr farina integrale di farro (oppure 400 gr farina) 

    100 gr olio evo delicato

    succo di mela qb

    1 pz sale marino integrale

    Impastare e fare riposare in frigo 30 minuti. 

    L’impasto deve avere la consistenza del lobo dell’orecchio. Poi stendere a forma rettangolare, riempire al centro lasciando liberi i lembi di ogni lato per richiudere (come fosse un pacchetto regalo!).

    Infornare a 180 gradi, modalità ventilata, per 40 minuti.

    Volendo si può rendere la superficie lucida con un cucchiaino di malto mescolato a 3 di acqua. Spennellare sulla superficie a cottura ultimata. 

    Io ho aggiunto anche le nocciole tritate. 

    Rimettere in forno (anche spento) per qualche minuto.

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