emozioni di primavera: la rabbia

La rabbia è forse tra tutte le emozioni, la più temuta. Probabilmente perché, se mal gestita, può portare a conseguenze esplosive.

La rabbia è considerata una delle emozioni primarie e, come tutte le emozioni, ha un ruolo adattivo, ovvero, ci permette di sopravvivere anche al sopraggiungere di condizioni di minaccia e disturbo del nostro equilibrio.

Però, al permanere di condizioni avverse, questa emozione potrebbe consolidarsi nei nostri pattern reattivi come manifestazione disadattiva del nostro malessere e diventare la via comunicativa preferenziale del nostro disagio.

Spesso tendiamo a disapprovare questa emozione, etichettandola come negativa, non legittimandola, spingendo verso la repressione. Questo succede soprattutto con bambini/e e ragazzi/e. Un tale atteggiamento non accoglie, ma respinge e reprime e non fa altro che aumentare la pressione interna, pronta ad esplodere alla prima occasione.

Il punto focale da tenere presente è che non sono certe emozioni ad essere dannose, ma il modo in cui reagiamo ad esse.

La rabbia è un modo per scaricare fuori da noi il dolore o il disagio che proviamo. Ricerchiamo a tutti i costi una causa esterna, sulla quale sfogare il nostro malessere, ma questa ricerca ad ogni costo non fa che creare attorno a noi una sorta di “effetto sabbie mobili”: più lotti, più affondi.

Come fare, allora, per evitare di affondare nel gorgo?

La mindfulness (vuoi sapere cosa è la mindfulness? Clicca qui), ci aiuta anche in questo caso e ci invita a fermarci sulla soglia della nostra rabbia, regalandoci il tempo necessario per guardare i nostri sentimenti, senza passare subito all’azione/reazione.

Per fare questo, come con le altre emozioni, è necessario portare la nostra attenzione alle sensazioni fisiche, ai nostri pensieri, per osservare da dove vengono e dove ci vogliono portare. 

Noi non siamo i nostri pensieri e non siamo la nostra rabbia.

Concentrarci sul movimento ritmico del nostro addome ad ogni respiro, ci regala un tempo e uno spazio per scegliere come reagire il momento successivo, per capire da dove nasce la nostra rabbia e ci offre la possibilità di prenderci cura del nostro malessere.

Non è semplice, soprattutto quando si tratta di emozioni dalla manifestazione così esplosiva come  la rabbia, ma con la pratica, la consapevolezza diventa ogni giorno più forte e con essa aumenta la potenza delle nostre scelte. 

Se ci rendiamo conto però che alcune nostre emozioni sfociano in un reale stato di grande malessere, tale da sentirsi malati, il mio consiglio è di rivolgersi a terapeuti esperti che sapranno indirizzarci al meglio, ma in ogni modo ci sono molte cose che ognuno di noi può fare per aiutare sé stesso.

Secondo la filosofia macrobiotica, la rabbia eccessiva e ripetuta, è espressione del disequilibrio dell’energia legno: la qualità energetica che riguarda gli organi quali fegato e cistifellea e che in primavera raggiunge il suo culmine.

Dal momento che non siamo solamente corpo fisico ma anche corpo sottile, l’alimentazione e lo stile di vita in generale hanno delle ripercussioni non solo sul nostro organismo, ma anche sulle emozioni. La macrobiotica ci fornisce un importante contributo in tal senso, aiutandoci a comprendere quanto sia vero l’adagio “siamo ciò che mangiamo”.

In altri articoli, qui sul mio sito e sui miei canali social, ho trattato questo disequilibrio dal punto di vista alimentare, oggi invece voglio dare maggiormente voce all’emozione e a come possiamo scegliere di affrontarla.

Mindfulness e macrobiotica sono un cammino di consapevolezza che si realizza poco alla volta, con passione, pazienza e amorevolezza verso noi stessi e il mondo che ci circonda.

Gli errori, le battute d’arresto e le deviazioni, esistono e costituiscono una parte molto importante del nostro cammino: servono a farci capire dove stiamo andando e a ricordarci dove scegliamo di andare, utilizzando sempre la consapevolezza come una bussola per orientare i nostri passi e per ritrovare, nel tempo, la via verso l’equilibrio.

Vivere nell’oggi, nel momento, nella nostra sensazione fisica o psichica, osservandola con curiosità e benevolenza, è il primo passo verso la consapevolezza di noi stessi, verso una vita piena di scelte e possibilità.

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