EMOZIONI D’INVERNO: LA PAURA

Le emozioni sono processi interiori biologici e involontari, che si attivano per modificare il corpo e dare la giusta risposta per affrontare la situazione in cui ci troviamo.

Offrono, insomma, la soluzione.

La paura, come ogni altra emozione, fa parte di noi naturalmente, e se non vogliamo che prenda il sopravvento sulla nostra vita, va accolta, guardata e compresa.

Proviamo paura quando ci troviamo -o pensiamo di trovarci- in pericolo: alcune zone del nostro cervello lanciano un allert e ordinano al cuore di battere più forte, ai polmoni e alle pupille di dilatarsi, di aumentare il flusso sanguigno ai muscoli degli arti. Pronti per affrontare il pericolo o fuggire, veniamo dotati di una scarica di energia aggiuntiva per gestire la situazione.

Questo meccanismo torna utile quando la minaccia è reale; quando però la paura è diffusa e costante, ma siamo in assenza di un pericolo reale, cioè quando pensiamo di trovarci in pericolo ma in verità non lo siamo, per il nostro organismo diventa un problema gestire quotidianamente un tale carico e ciò potrebbe portarci ad un crollo psico-fisico.

In questi casi è utile interrompere il circolo vizioso che ci fa provare paura: essere consapevoli di ciò che ci sta accadendo, offre la possibilità di fare una scelta diversa, senza innescare in modo automatico la risposta di paura.

La mindfulness (vuoi sapere cosa è la mindfulness? Clicca qui) è un’ottima possibilità per provare ad interrompere questo circolo vizioso. È una pratica ormai consolidata in ambito psicoterapico per il trattamento di diversi stati patologici ma, accompagnati da una guida esperta, può essere praticata da chiunque desideri recuperare il contatto con se stesso, attraverso la consapevolezza.

Se ci rendiamo conto che alcune nostre emozioni sfociano in un reale stato di grande malessere, tale da sentirsi malati, il mio consiglio è di rivolgersi a terapeuti esperti che sapranno indirizzarci al meglio, ma in ogni modo ci sono molte cose che ognuno di noi può fare per aiutare sé stesso.

Quando siamo presi dalla paura, proviamo a rimanere centrati con la mente, concentrandoci, ad esempio, sul nostro respiro o pensando a come stiamo muovendo le dita dei piedi. Questo ci consente di essere consapevoli di noi stessi per un attimo, distraendo la mente dalla paura impulsiva e regalandoci la possibilità di una mente più chiara, che ha il potere di compiere una scelta: rimanere consapevole anche per l’attimo seguente.

Questo piccolo spazio di consapevolezza ha un effetto immediato: riduce l’intensità della  reazione di paura, la nuova risposta non produce più stress aggiuntivo ed è un primo passo verso un recupero più veloce dell’equilibrio.

Secondo la filosofia macrobiotica, la paura diffusa e costante, è espressione dello squilibrio di una particolare qualità energetica tipica della stagione invernale, l’acqua, che è collegata a reni e vescica e che rappresenta la forza vitale che ognuno di noi possiede: meglio nutrita ed equilibrata sarà l’energia acqua, più saremo vitali, intraprendenti e forti psicologicamente.

Dal momento che non siamo solamente corpo fisico ma anche corpo sottile, l’alimentazione e lo stile di vita in generale hanno delle ripercussioni non solo sul nostro organismo, ma anche sulle emozioni,. La macrobiotica ci fornisce un importante contributo in tal senso, aiutandoci a comprendere quanto sia vero l’adagio “siamo ciò che mangiamo”.

Seguire uno stile di vita macrobiotico o vivere mindful, non sono uno stato di cose, ma un cammino, un processo di acquisizione di consapevolezza che si realizza poco alla volta, costruendo un percorso personale, ritagliato sui propri bisogni e sulla propria storia, che è unica.

Personalmente, non mi sento obbligata a mangiare certi cibi o seguire determinate pratiche e, in alcuni periodi, dimentico e tralascio certe abitudini, perché magari, semplicemente non mi va, oppure è più semplice fare diversamente in quel momento.

La consapevolezza per me rimane sempre un faro -non a caso ho scelto di specializzarmi in due discipline, macrobiotica e mindfulness, che fanno della consapevolezza un pilastro portante- e, anche quando mi pare di perdere la bussola, anche quando le emozioni si fanno più profonde e buie, cerco di tornare alla consapevolezza, perché so che è la base per la mia stabilità e per ritrovare un nuovo equilibrio. 

Essere consapevoli delle proprie emozioni, della propria paura, è sempre l’inizio di un cammino.

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